A riveder le Stelle gabriele parrillo

Foto di: Gigi Montali

Versi d’alba una suite per voce e violoncello di Gabriele Parrillo e Daniela Savoldi.

Musica e parole per farti arrivare fino a te: “da te stesso a te stesso è un viaggio che ricopre di sottile oro questa terra”. (Rumi)

Canzoni, poesie, musica e prosa, si infilano una dentro l’altra per formare la collana di questa suite, che ci conduce in un viaggio interiore mai scontato, appassionato e rigenerante.

Testi di: Lorc, Shakespeare, Neruda, Rumi, Verde, Gualtieri, Moraes, Parrillo.

Musica di: Bach, Savoldi, Sosa, Parra,  Wiliam.

Una creatura si affaccia sulla terra e trova chi la incoraggia a  mettersi in viaggio, augurandole di poter diventare ciò che ha sognato di essere. Una ninna nanna la culla, pur non nascondendole le insidie che quel tragitto possiede. Ed ecco irrompe già l’adolescenza, l’intuizione che le parole son fiumi rispetto a quanto l’anima in un’altra lingua sa cantare, e sorge allora l’invito  di un’altra voce  a diffidare delle parole , o almeno di quelle che colmano un vuoto , e a ricercare quelle parole che invece nascono dal silenzio , e conducono oltre il limite dell’intelligenza, fino a farci arrendere dinanzi all’amore.

Ascoltando i segreti che la brezza dell’alba ha da dirci, l’esperienza della parola si fa canto, preghiera, meditazione, possibilità di guardare oltre il limite della nostra esistenza terrena insieme a Garcia Lorca: “..se la morte è solo la morte, cosa ne sarà dei poeti e delle cose addormentate che già nessuno più ricorda? Ecco il dolore fiorire in bianche rose !”.

Ascoltando le suite per violoncello solo di Bach siamo portati dunque ad ascoltare che dobbiamo fiorire, è nostro dovere rendere alla natura “usuraia”, raddoppiato quanto ci ha prestato. ( Shakespeare)

Allora ci tuffiamo nei vortici della vita ,trascinati da un amore passionale che  consumandosi, ci traghetta nuovamente  verso lo sguardo estatico dell’aurora.(Moraes)

Per rimettersi dunque in viaggio  abbiamo bisogno   di  nuova linfa vitale  ,  e se c’è rabbia e amarezza partire da lì, per rinnovarsi. E  riuscire a cantare: gracias a la vida !

Grazie al grazie , alla parola grazie, grazie  alla quale “si nascondono i pugnali dell’orgoglio e nascono due soldi di sorriso “..te lo dico e me lo dico, hermano, hermana, è stato il fiore del cactus, che  con la tenacia   delle sue radici minerali  resiste  agli uragani dell’oceano ,  a  raccomandarmi questo messaggio: non ci dimenticherà la primavera !”